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Storia e metodologia del Campionato R.I.T.A.

 

 
 
sommario
1998: Nasce R.I.T.A. e il primo campionato di mini e midi tennis
Obiettivi metodologici e didattici del Campionato R.I.T.A.
La Storia
La Struttura del Campinato
   


  1998: NASCE RITA E IL PRIMO CAMPIONATO DI MINI E MIDI TENNIS

Il Campionato RITA di mini e midi tennis, rivolto a bambini da 6 a 11 anni, affonda le sue radici in considerazioni di carattere metodologico, educativo, organizzativo, sulla base della situazione del tennis infantile e giovanile in Italia assolutamente improduttiva e inadeguata alla formazione dei piccoli tennisti, caratterizzata da:

 
Assenza di manifestazioni competitive per la fascia infantile. Pertanto la frequenza delle scuole tennis non contemplava alcuna possibilità strutturata di gareggiare, cioè giocare e confrontarsi con coetanei, praticamente unico sport in Italia, con la conseguenza che solitamente i più capaci e inclini alla competizione si orientavano verso discipline meglio organizzate
 

Le competizioni definite ufficiali, cioè strutturate e riconosciute, erano rivolte dagli under 12 in poi, con molti aspetti, a nostro avviso profondamente discutibili quali:
a) Regolamento, formula, attrezzi, misure del campo identiche alle gare degli adulti, diversamente da quanto avviene praticamente in tutti gli altri sport.
b) Conseguente scarsa competitività degli undicenni per i significativi limiti di sviluppo fisico ed evoluzione motoria, a molti dei quali era toccato aspettare anche 5-6 anni di lezioni prima di potersi iscrivere ai tornei
c)
Nello stesso tempo mancanza di concorrenza adeguata per i più forti, troppo spesso indirizzati verso una enfatizzata attività nazionale , con conseguente dispendio economico e di tempo ma soprattutto incoraggiamento di aspettative sproporzionate all'età e alle capacità dei bambini e al valore tecnico e predittivo delle competizioni

 
Tornei under 10, praticamente con le stesse caratteristiche delle categorie successive, pertanto ulteriormente deleterie. Alcune modifiche riguardavano, talvolta, il punteggio (ad esempio set a 9 games) che oltre a non essere realmente più adatto all'età, non avvicina alle regole del tennis. Inoltre i tornei venivano (forse lo sono ancora) definiti “non agonistici”(??), sottintendendo una ingiustificata e irreale inadeguatezza dei bambini a gareggiare, invece di prendere atto della loro naturale tendenza a confrontarsi per scoprire e scoprirsi e, strutturare competizioni sulla base delle loro caratteristiche psicologiche e fisiche.

I bambini ritenuti più bravi erano comunque avviati precocemente a competere con i più grandi, malsana abitudine ancora in voga, subendo l'inadeguatezza delle loro gare e saltando tappe di apprendimento funzionali alla loro età; che è esattamente come promuovere a scuola il più bravo di 2–3 o 4 classi alla fine dell'anno.

In ambito sportivo non avviene in nessuna disciplina, ad esempio, nell'atletica i velocisti, le cui caratteristiche e potenzialità emergono precocemente e abbastanza chiaramente, corrono su distanze ridotte, anche e soprattutto i più bravi, in quanto se vincessero nei 100 o 200 metri sarebbero indirizzati verso il mezzofondo; nel basket giocano con canestri più bassi, altrimenti le partite finirebbero con punteggi più simili a incontri di calcio e i marcatori sarebbero, probabilmente, talenti nel lancio del peso; nella pallavolo senza la rete più bassa, nessuna azione potrebbe concludersi con la schiacciata…

Così tutti gli sport metodologicamente evoluti hanno creato attività formative e forme di competizione differenziate per età.

Successivamente anche la federtennis ha creato un suo circuito di mini tennis. Ovviamente vi sono alcune differenze metodologiche (misure dei campi variabili per livello, prove di precisione senza racchetta e competizioni con racchetta per i più piccoli, assenza dell'uso della doppia racchetta, assenza dell'uso di campi e palle differenti nell'ambito della stessa giornata ecc.) e organizzative (campi con righe laterali combacianti e probabilmente raccolta ed elaborazione dati), che se pur possono sembrare minime o formali, sottintendono una profonda differente diversità di approccio.

Ancora dopo anche il midi è stato introdotto per gli under 10, pur riducendo solo la lunghezza del campo e perdendo così le proporzioni.

Ad ogni modo l'ampia diffusione del mini e del midi tennis la riteniamo un passo in avanti e ci piace pensare che ciò sia avvenuto anche sotto la spinta del successo del nostro Campionato.

Tuttavia ci sembra che nel tennis far competere con le regole studiate per formare adeguatamente i bambini sia ancora troppo spesso ritenuto svalutante e così si saltano tappe evolutive e si pratica una disciplina con caratteristiche e requisiti differenti dal tennis di vertice, sotto l'influenza di tecnici e genitori presuntuosi e incompetenti, che almeno, fortunatamente, non avviano i bambini al pugilato, all'equitazione, ai tuffi…

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  OBIETTIVI METODOLOGICI E DIDATTICI DEL CAMPIONATO RITA

Gli obiettivi che RITA ha inteso perseguire con l'istituzione del Campionato mini e midi tennis sono stati, quindi, di natura: FORMATIVA ed EDUCATIVA, attraverso la sollecitazione dei requisiti essenziali alla corretta crescita ed evoluzione dei bambini, nel pieno rispetto delle loro caratteristiche e capacità psicologiche, fisiche e motorie

METODOLOGICA E DIDATTICA, orientando e definendo l'attività di insegnamento (e di competizione, componente dell'insegnamento) con la possibilità di esprimere e verificare periodicamente quanto insegnato.

L'inclusione di prove oggettivamente misurabili, caratteristica assente nei tornei di tennis, intende abituare i bambini a valutare la propria prestazione indipendentemente da vittoria o sconfitta sull'altro, valorizzare l'importanza di aspetti motori di base e sostenerne il potenziamento con la possibilità di esprimere quanto acquisito in allenamento

STRATEGICO-TATTICA, rendendo coordinativamente facilmente controllabile il compito tecnico per valorizzare estremamente il confronto strategico e tattico tra gli avversari, esattamente come avviene tra tennisti di alto livello.

Il tennis con le mani e la doppia racchetta consentono un rallentamento della velocità di gioco favorendo e stimolando il pensiero strategico, ma contestualmente le ridotte dimensioni del campo richiedono invece maggior velocità e automatizzazione dei principi strategico-tattici appresi

TECNICA, espressione delle capacità coordinative. E' inizialmente uno strumento per il loro potenziamento (non il fine ultimo dell'attività infantile) e successivamente il mezzo per realizzare i propri progetti tattici

PROMOZIONALE, offrendo l'opportunità di giocare, socializzare, confrontarsi con coetanei attraverso lo sport.

La complessità tecnica del tennis è stata, e in molte realtà è ancora, origine di una grave mistificazione del percorso di apprendimento nei bambini, tracciato attraverso la precoce e rigida acquisizione della gestualità, confusa con la tecnica e il potenziale futuro, e non attraverso la formazione delle capacità di base (coordinative, motorie, senso-percettive, cognitive etc.) necessarie all'apprendimento e alla prestazione. Forse ciò è stato causato anche dai criteri di selezione e formazione dei tecnici, fondato quasi esclusivamente sui trascorsi e sull'esperienza agonistica, che ha prodotto ottimi conoscitori del tennis ma, purtroppo troppo spesso, lacune sul piano della conoscenza delle caratteristiche psicologiche, fisiologiche, motorie degli allievi e delle metodologie di insegnamento.

La conseguenza è stata la strutturazione di un'attività didattica e competitiva spesso rigidamente copiata dal tennis degli atleti di vertice, e per nulla differenziata a seconda dell'età, del sesso, della motivazione, del potenziale, insomma delle caratteristiche ed esigenze degli individui.

La nostra metodologia è, invece completamente CENTRATA SULL'INDIVIDUO , sulla cui evoluzione motoria e di personalità è fondata la possibilità di apprendimento e prestazione nel tennis, che deve pertanto adattarsi alle sue caratteristiche.

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  LA STORIA

Così nel 1998, a Milano, si è tenuto il primo RITA'S DAY, competizione per bambini dai 6 agli 11 anni composta da tre prove: un circuito coordinativo , una prova di precisione su un fondamentale del tennis , un torneo con regole modificate a seconda dell'età .

L'anno seguente altri RITA'S DAY si sono tenuti in Campania e nel Lazio.

Il passo successivo è stata la trasformazione di singole giornate di gare in un Campionato , cioè un insieme di RITA'S DAY collegati tra loro, programmati nel corso delle scuole tennis per offrire ai bambini un'attività sportiva razionale e divertente, sui cui principi e finalità i tecnici si trovassero pienamente concordi.

La promozione dell'Associazione e dei suoi obiettivi è avvenuta inizialmente attraverso presentazioni in vari Convegni (USPTR a Roma, Pro Patria a Milano, Tennis Village a Napoli etc.) ma è con l'istituzione di corsi di aggiornamento sul metodo RITA, che si possono formare i tecnici con cui condividere il percorso.

Nel 2000 si tiene il primo Corso per direttori di scuole prototipo a Milano e subito dopo a Napoli. Agli inizi del 2001 è la volta di Catania e Cavareno (TN).

L'adesione è ottima e il I CAMPIONATO RITA, datato 2001 (ma si tiene nell'anno scolastico 2000/01), vede il coinvolgimento di Lombardia, Campania, Trentino, Sicilia, Piemonte, per un totale di 23 RITA'S DAY.

L'attività di aggiornamento è continuata toccando la Toscana , il Veneto e il Piemonte e ripetendosi in Lombardia, Toscana e Campania, oramai riferimento della formazione del nord, centro e sud Italia.

Nel 2002 si sono tenuti 28 RITA'S DAY distribuiti in Lombardia, Campania, Trentino, Piemonte, Toscana e Veneto e per il primo anno il Campionato vede l'istituzione del MASTER NAZIONALE, a Cavareno Val di Non in Trentino, sede del nostro Centro Tecnico Estivo di alta specializzazione RITA's LAB , occasione di confronto ma soprattutto incontro e divertimento tra i piccoli tennisti delle Regioni partecipanti e di aggiornamento e formazione per i Maestri.

Nel 2003 si è aggiunta in via sperimentale la Calabria , e mentre il numero dei RITA'S DAY è rimasto praticamente invariato, in alcune regioni le iscrizioni avvengono oramai a numero chiuso.

Inoltre sono previste tappe sperimentali monotematiche a invito, riservate ai migliori allievi dei circoli RITA.

Nel 2004 i RITA'S DAY sono divenuti 38, interessando anche Friuli e Sicilia.

L'attuale fase, infatti, punta da un lato alla diffusione più ampia possibile della nostra Associazione, ma contemporaneamente, una selezione rigorosa dei circoli e dei tecnici cui attribuire la possibilità di partecipare e organizzare le nostre attività, per salvaguardare la qualità delle manifestazioni.

I risultati e i dati raccolti nel corso dei Campionati sono stati archiviati, pur con alcune perdite, sia con finalità statistiche e storiche, sia con finalità di studio e ricerca.

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  LA STRUTTURA DEL CAMPIONATO

Ogni Regione aderente organizza da 3 a 8 RITA'S DAY che si concludono con il MASTER REGIONALE, riservato ai primi 8 di ogni categoria, mentre i primi 3 accedono al MASTER NAZIONALE.

Il Campionato RITA prevede tre categorie in base all'età, le cui formule si differenziano, su basi psicopedagogiche e fisiologiche, rendendo le gare adeguate alle caratteristiche e capacità dei giovani partecipanti:

  6/7 anni mista
  8/9 anni maschile
  8/9 anni femminile
  10/11 anni maschile
  10/11 anni femminile

Ogni giornata del Campionato è denominata RITA'S DAY e prevede:

PROVE INDIRETTE

Il cui risultato è espresso da un valore oggettivo e assoluto, confrontabile nel tempo con se stessi e con gli altri. Lo scopo è di educare al valore della propria prestazione prescindendo da vittoria o sconfitta.

Le prove sono:

Circuito di destrezza che permette di valutare le capacità coordinative generali, la capacità di precisione, la rapidità generale, le capacità strategiche e tattiche, la capacità di adattamento, di apprendimento, di ascolto e di osservazione.

Prova di precisione che permette di valutare una capacità tecnico-tattica assoluta, priva dell'emozione del confronto diretto e della situazione contingente di una preciso momento della gara.

PROVE DIRETTE: IL TORNEO

Il nostro tentativo è quello di consentire ai bambini di giocare come un tennista evoluto. Ridurre le dimensioni del campo permette loro di giocare con le stesse traiettorie, lo stesso impegno muscolare e coordinativo, gli stessi tempi di reazione del tennis di vertice. Battuta, risposta, volèe, aspetti tattici hanno una rilevanza rispondente al tennis dei campioni. Gli aspetti del gioco che saranno determinanti vengono pertanto stimolati, allenati e vissuti da subito.

MINI TENNIS: Il campo misura 10,97 x 4,00 metri ; la linea di battuta è a 4,11 metri dalla rete, alta 75 cm . Vengono usate esclusivamente palle depressurizzate.

MIDI TENNIS: Il campo misura 18,00 x 6,00 metri ; la rete è alta 85 cm . Vengono usate palle depressurizzate e nelle fasi finali palle mid.

PUNTEGGIO: Tie-break, in quanto la rilevanza di ogni punto è estremamente elevata, rappresenta una fase topica della disputa dei match, ha una durata confacente alla massima capacità temporale di concentrazione dei bambini.

6/7 ANNI: Tennis con le mani

E' l'unico confronto diretto adeguato alle capacità dei bambini di questa età. La semplificazione del compito motorio permette loro di risultare competenti in quello che fanno, acquisendo fiducia, capacità coordinative in relazione al calcolo della traiettoria della palla, consentendo di attuare da subito una strategia e una tattica, sviluppando capacità logiche e di pensiero.

Solo per le fasi finali, ove eventualmente si ritiene opportuno, e nel Master Nazionale, cui accedono i bambini più dotati al termine di un percorso formativo della durata di un anno scolastico, il torneo si svolge con la doppia racchetta.

Si disputa nel campo da mini tennis con palle depressurizzate. Per i bambini di questa età non vi è la divisione dell'area di battuta in due rettangoli, per la diffusa imprecisione nella distinzione di destra e sinistra.

8/9 ANNI: Arresto e rimando con due racchette e mini tennis

Il torneo prevede una prima fase in cui l'incontro viene giocato per metà con arresto e rilancio e per metà con respinta.

L'uso di due racchette consente di acquisire abilità fine e confidenza con l'attrezzo. La fase di arresto prima del rilancio stimola il pensiero all'azione tattica.

Il gioco standard richiede e affina il controllo tecnico e l'applicazione strategica in una fase di elevata pressione temporale.

L'alternanza di richieste di gioco differenti favorisce l'adattabilità e le capacità di apprendimento.

10/11 ANNI: Mini e midi tennis

La prima fase, solitamente a girone per consentire a tutti il confronto con avversari di livello e caratteristiche di gioco differenti, si disputa a mini tennis.

La fase successiva a eliminazione diretta si gioca nel campo midi, con la possibilità, a discrezione dei tecnici responsabili, di utilizzare palle depressurizzate e/o mid.

La variabilità delle situazioni di gioco è ancora una volta una caratteristica fondamentale della nostra metodologia per l'affinamento di capacità di differenziazione, adattamento motorio e interpretazione strategico-tattica delle partite.

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